Nave Vlora a Bari: Castellucci, non vogliamo dimenticare l’8 agosto 1991

Serve sempre più impegno per accoglienza e integrazione

[Cisl Puglia]

Trentadue anni fa la nave Vlora attraccava nel porto di Bari con circa 20 mila albanesi, costretti a scappare dalla loro terra natia in cerca di speranza e di un futuro che potesse garantire una vita migliore, modernità, occupazione e benessere per ognuno di loro e per le famiglie, e che fino al quel momento avevano osservato solo in televisione.  Lo sbarco dell’8 agosto 1991 per i pugliesi ha in qualche modo significato fare i conti in concreto con le migrazioni di massa, nonostante fossero cominciati tempo prima gli arrivi, sulla costa adriatica del Salento, organizzati in piccoli gruppi. Ricordiamo che questo esodo ebbe un impatto fortissimo. La città si trovò, in poche ore, con una ondata di uomini, donne e bambini, segnati dalla stanchezza e dalla fame e rispose nell’immediato con solidarietà e umanità con tutte le Istituzioni locali, le associazioni tra cui anche quelle sindacali, con estrema efficacia e pragmaticità.  Del resto decenni prima anche in Puglia si era vissuta l’emigrazione di massa verso il Nord Europa e il Belgio e proprio in questi giorni si ricorda la morte nelle miniere di Marcinelle di decine e decine di lavoratori italiani emigrati. Per Bari, ma in fondo per tutti i pugliesi, quello della Vlora fu un evento eccezionale, in un primo momento di panico, impreparazione e timore per le grandi difficoltà vissute in quelle giornate che si trasformò in fortissimo desiderio di voler dare speranza,  accoglienza, e partecipazione senza limiti, consacrando il territorio pugliese a ponte di solidarietà, umanità, futuro e vita per tanti fratelli albanesi, ma anche di grande opportunità per il nostro territorio, in quanto ormai tanti sono quelli integrati nel mondo del lavoro e della società civile. Oggi gli stranieri residenti in Puglia, dati Istat, all’inizio del 2023 erano 138.689 a cui bisogna aggiungere anche i richiedenti asilo. La risposta agli esodi, così come anche ha ribadito Papa Francesco, non può essere solo continentale e nazionale, bensì anche in ambito locale si può e si deve fare di più, con politiche mirate e non fatte solo da slogan ad effetto, perché in questa fase storica, c’è un problema di integrazione che ci riguarda direttamente in un inverno demografico che deve fare i conti con un numero di nuovi nati nel Paese ormai sotto quota 400mila l’anno. Frattanto continuano gli sbarchi e gli arrivi anche in Puglia. È un flusso senza soste con momenti di vera e propria emergenza in ambito nazionale, così come stiamo vedendo in questi mesi a Lampedusa; flusso di immigrati che prosegue nonostante le tantissime vittime in mare. È evidente che non si può affrontare il problema degli sbarchi solo in termini di principio senza affrontare le diverse complessità che i flussi migratori portano con sé. Sosteniamo che il problema anche in Puglia è come migliorare un’accoglienza troppo spesso affidata all’impegno straordinario del volontariato ed alle diverse associazioni, senza fornire le adeguate strutture anche logistiche. Serve impegnarsi concretamente non solo per solidarietà, umanità e accoglienza, ma anche per spingere in direzione di una sempre più veloce e concreta integrazione, consci che le persone le quali arrivano, e arriveranno nel nostro Paese, possono anche essere una grande opportunità per il futuro, come per alcuni settori in particolare come l’agricoltura, il terziario o l’assistenza agli anziani; settori questi, che già oggi sarebbero insostenibili senza lavoratori stranieri. Per la Cisl conta la persona.

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