Violenza di genere, Cisl: lavoriamo insieme su interventi culturali e occupazionali

Nota del Segretario generale della Cisl Puglia, Antonio Castellucci

[Cisl Puglia]

Ogni volta che avviene un femminicidio ci interroghiamo sui tanti aspetti che riguardano anche il ruolo che deve svolgere in generale la società. Oltre all’atteggiamento del singolo, siamo portati a pensare che vi sia una certa retro cultura che nutre, asseconda e, a volte, non ostacola chi ha comportamenti violenti nei confronti delle donne, che porta fino ad uccidere come nel recente caso di Giulia. Ed è dunque sul terreno culturale che tutti dobbiamo agire e impegnarci per frenare questa emergenza di fronte a uomini incapaci di essere “persone”. Occorre intervenire in maniera incisiva anche nelle scuole con un programma obbligatorio di educazione al rispetto dell’altro e noi, come Cisl, intendiamo impegnarci per fare in modo che siano adottate misure adeguate ed efficaci sul fronte dei comportamenti in ambito lavorativo e socio culturale. Decisivo è agire sulle opportunità occupazionali che, troppo spesso, vedono le donne ancora in seria difficoltà. Addirittura accade, come dimostra l'ultima indagine Istat sul rapporto tra livelli di istruzione e ritorni occupazionali, che nonostante il numero di donne laureate al Sud sia maggiore di quello maschile, il tasso di occupazione femminile sia molto più basso di quello degli uomini. Nel Mezzogiorno, i laureati sono il 14% uomini e il 19,4% donne ma i primi hanno un tasso di occupazione pari all’82%, mentre le donne non vanno oltre il 70,3%. Inoltre, il tasso di occupazione (2022) in Puglia è del 35,4% per le donne contro il 63,6% degli uomini. Questi dati dimostrano, qualora ce ne fosse bisogno, che occorre percorrere ancora una lunga strada verso la parità di genere anche nel mondo del lavoro. Sono ben oltre 100 le donne uccise in Italia dall’inizio dell’anno e, secondo il Viminale, il numero degli omicidi commessi dai partner risulta in aumento. Ciò significa che le aggressioni hanno avuto luogo in quell’ambito domestico che le vittime potrebbero non essere state in grado di abbandonare, nonostante i segnali di pericolo, anche per mancanza di indipendenza economica. Parole e indignazione a parte, è giunto il momento di passare ai fatti con sostegni reali finalizzati al mantenimento dei figli e al rafforzamento dei servizi connessi all’infanzia, asili nido in primis. Tante sono le lavoratrici costrette a lasciare il lavoro non appena diventano madri, proprio perché non esiste una valida rete di supporto. Emerge, inoltre, l’esigenza di potenziare azioni che favoriscano l’assunzione delle donne nelle imprese. Al contempo, riteniamo che bisogna avere piena fiducia nelle Forze dell’Ordine e nella Magistratura, così da trovare la forza per reagire e mai arrendersi o rassegnarsi. L’appello è, dunque, rivolto in particolare alle istituzioni e alla politica affinché si proceda in maniera spedita e incisiva, individuando misure di protezione sempre più efficaci, verso un piano operativo supportato da risorse economiche e azioni efficaci a colmare quegli spazi oscuri in cui la violenza di genere si annida. Chiediamo alla Regione Puglia maggiore confronto in modo da poter lavorare insieme, per promuovere interventi di contrasto, ma anche di sensibilizzazione, formazione ed informazione, insieme ai centri antiviolenza, restando fermamente impegnati come Cisl Puglia a fare la nostra parte, con tutto il nostro impegno sindacale quotidiano.

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