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Cisl Taranto Brindisi: conclusi i lavori del Consiglio generale


Cisl Taranto Brindisi: conclusi i lavori del Consiglio generale

CISL TARANTO BRINDISI | -

Sul tema “Vocazioni e innovazione: le vie per uno sviluppo concreto” si è svolto il Consiglio Generale Cisl Taranto Brindisi, lunedì 12 novembre p.v. alle ore 9.30, presso l’Auditorium delle Cantine due Palme, in via San Marco, n. 130 a Cellino San Marco (Br). Ai lavori, introdotti dalla relazione di Antonio Castellucci, hanno partecipato anche Daniela Fumarola, Segretario Generale Cisl Puglia e Luigi Sbarra, Segretario Generale Aggiunto Cisl nazionale, che ha concluso il dibattito.
Sintesi relazione introduttiva di Antonio Castellucci, Segretario Generale
Il sindacato confederale chiede di essere ascoltato al Governo su un rilancio degli investimenti pubblici e privati da concepire quali leve di inclusione e di attivazione sociale, con risorse aggiuntive su reti e servizi, con fiscalità di sostegno all’occupazione specialmente giovanile e femminile. Lo sviluppo va supportato da politiche espansive, superando le politiche di austerità che, in Italia come nel resto d’Europa, hanno determinato finora profonde disuguaglianze, aumento della povertà, crescita della disoccupazione. La spesa prevista in deficit dalla manovra deve essere finalizzata a nuove politiche che mettano al centro la persona, il lavoro e la sua qualità, in particolare per i giovani e le donne; politiche in grado di contrastare l'esclusione sociale e la povertà. Il contrasto alla povertà è senza dubbio una priorità per il Paese ma essa non si combatte se non c'è lavoro e se non si rafforzano le grandi reti pubbliche: sanità, istruzione, servizi all'infanzia e Welfare. Nella manovra del Governo, del tutto assenti risultano i riferimenti all’innovazione nella Pubblica Amministrazione, nonché al rinnovo dei contratti in essere e di quelli futuri. Sul versante fiscale i provvedimenti annunciati sono iniqui, in quanto si sceglie di introdurre un nuovo condono premiando gli evasori e non si riduce il cuneo fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte, né interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all'evasione. In un contesto economico di tendenziale crescita zero a rischio recessione, non è inopportuno riproporre un tema socialmente sensibile per quanto ci riguarda: quello dell’esodo dei giovani, in particolare dal Mezzogiorno. Sarebbe necessario che si migliorasse la qualità dei percorsi di alternanza scuola lavoro, prevedendo risorse crescenti e un monitoraggio attento per scongiurare abusi e garantire l’utilizzo efficace di questa metodologia didattica. Altrettanto opportuna la valorizzazione e l’investimento sugli apprendistati formativi garantendo comunque un percorso con finalità didattiche ed educative, cui però l’attuale Governo non fa alcun riferimento. E’ in tale logica che sollecitiamo la coerenza del Governo a non rimuovere ma a salvaguardare e rilanciare le esperienze positive che ci riguardano come territorio del Mezzogiorno.Per il versante ionico del nostro territorio, ci riferiamo al Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’area di crisi di Taranto (Cis), supportato da oltre un miliardo di euro e concepito come modello efficace da esportare nei territori in crisi sistemiche. Costatiamo, alla luce anche del Def, quanto siano pressoché assenti misure mirate per lo sviluppo del Mezzogiorno e, francamente, ci sfugge ogni ragionevole motivazione sul perché, fino ad oggi, non si intenda continuare il buon lavoro avviato e programmato in questi anni dalla struttura di Missione del Cis. Per quanto riguarda l’area di Brindisi prosegue la nostra iniziativa sul versante della vertenzialità territoriale unitaria che finora, ha segnato il passo anche per la serie di criticità istituzionali riguardanti il comune capoluogo che auspichiamo risultino oggi risolte. Esisteva già una interlocuzione avviata ed un dialogo aperto con il precedente Governo, sulle prospettive di sviluppo delle infrastrutture e dell’area industriale a proposito dell’insediamento di un Tavolo interistituzionale per il territorio di Brindisi, questione che, a nostro parere, con il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali, parlamentari, economici e le parti sociali del territorio bisognerà riprendere quanto prima, con il nuovo Esecutivo Nazionale. Consideriamo strategico, per gli interessi del nostro territorio non interrompere il percorso avviato degli ultimi anni con i distinti Governi, che ha prodotto risultati significativi con progettualità finalizzate alla salvaguardia dei sistemi industriali esistenti, all’attualizzazione delle diversificate potenzialità del nostro sistema produttivo ed ai protocolli di legalità. Continuiamo ad essere orientati dal convincimento che la ripartenza economica, produttiva, occupazionale del Mezzogiorno possa e debba essere correlata allo strumento della partecipazione capace di tenere insieme imprese, posti di lavoro, sviluppo sostenibile, lavoratori, generazioni, generi, territori, etnie, dando voce e ricercando soluzioni ai rispettivi problemi, nell’interesse del Paese nella sua interezza. Siamo convinti che per raggiungere tali obiettivi vi è della necessità di attivare ulteriori strumenti importanti per la lotta all’illegalità per un’economia basata sull’etica, sulla partecipazione democratica che costruisce giustizia sociale, diritti e opportunità per tutti, che contrasta la cultura mafiosa e le pratiche corruttive.L’economia illegale è un danno per tutta la sana imprenditoria ed è un freno alla crescita ed alla competitività del territorio. I diritti, la legalità, la salute e la sicurezza, la concorrenza, non devono obbedire solo al mercato ma devono essere sempre legati al valore della persona e del lavoro; “persona e lavoro” per noi sono inseparabili e sul territorio devono essere parte di uno stesso paradigma. Intendiamo avviare una nuova stagione di concertazione, coesione, partecipazione per un progetto/patto di rilancio di queste aree per ottenere finalmente uno sviluppo sempre più concreto.
Sintesi intervento di Daniela Fumarola – Segretaria Generale Cisl Puglia
La manovra del Governo non ha tracce di crescita ed ha completamente rimosso il Mezzogiorno. Riteniamo necessario e strategico che il Governo si pieghi al confronto con il sindacato, senza alcun tentativo di disintermediazione. In Puglia, come nel Paese, si naviga a vista. Abbiamo redatto nelle scorse settimane un manifesto di priorità a metà mandato della legislatura regionale, su sviluppo, servizi, infrastrutture, sanità, politiche sociali ma la Regione continua ad essere impermeabile al confronto. Perciò se non ci saranno sviluppi positivi il 12 dicembre realizzeremo una grande mobilitazione unitaria sui temi della sanità. No al reddito di cittadinanza ma lavoro; perché il lavoro e gli investimenti determinano sviluppo e realizzano le dignità delle persone. Con gli Attivi unitari che stiamo tenendo in tutta la Puglia, sulle controproposte al Def stiamo ascoltando lavoratori, i pensionati, i cittadini, i giovani, le donne; stiamo avendo conferma che c’è al Nord come al Sud una maggioranza del Paese che rifiuta la logica populista. La Cisl ha rafforzato la propria idea di Organizzazione come di comunità allargata di valori e della prossimità, tra ascolto, accompagnamento e presa in carico delle persone che incontriamo, per trovare insieme efficienti ed efficaci risposte a tutte le domande che ad essa vengono rivolte.
Sintesi intervento di Luigi Sbarra – Segretario Generale Aggiunto Cisl nazionale
L’Italia vive una preoccupante fase di involuzione economica, occupazionale e sociale. I dati del Pil nel terzo trimestre denunciano un appiattimento della dinamica di crescita: siamo ben al di sotto dell’1% nel 2018: aspetto che, come sottolineato dalla Commissione Europea è destinato a pesare anche nel ricalcolo del rapporto deficit/pil per il prossimo anno, che potrebbe sfiorare il 3 per cento, per arrivare a 4 l’anno successivo. A questo stallo contribuisce una brusca frenata dell’industria: dopo mesi di stagnazione il valore aggiunto arretra di 0,4 punti percentuali. Calano le esportazioni, la produzione e il fatturato. Ma soprattutto cala la fiducia e la propensione agli investimenti privati, a causa del clima di incertezza legato all’andamento dello spread, alla scarsa tenuta del sistema creditizio, alla reale capacità delle misure annunciate dal Governo di rilanciare la domanda aggregata. Preoccupanti le ripercussioni sotto il profilo occupazionale. A settembre il tasso di disoccupazione è salito dello 0,3 per cento. In un solo mese sono andati in fumo 34mila posti. Crollano in particolare i lavoratori con contratto stabile: meno 184mila in un solo anno, e gli occupati a tempo determinato scontano uno schiacciamento sempre più forte verso impieghi di fascia bassa. Il paradosso italiano è tutto qui: centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi laureati si trovano sempre più spesso a ripiegare su lavori “poveri”. Intanto le imprese hanno “fame” di alta specializzazione: sono 150mila i posti di profilo alto su cui non riescono a fare reclutamento. Serve una svolta nel segno della coesione. Siamo su una strada molto rischiosa, che porta al baratro di una crisi di sistema molto simile a quella del 2008. Per invertire la rotta servono aggiustamenti immediati per la politica di sviluppo. Va recuperato un principio cardine della teoria economica e anche del buon senso: senza investimenti produttivi non si può generare crescita! Pretendere di farlo, equivale a voler raccogliere frutti senza prima aver seminato. La svolta deve arrivare in Legge di Stabilità, con un impulso nei capitoli del lavoro, dell’integrazione sociale e della coesione territoriale. Al Sud ci sono le maggiori sofferenze ma anche le maggiori opportunità; risolverne i problemi vuol dire rendere il miglior servizio possibile all’economia italiana ed europea. Tuttavia la Legge di Bilancio non dedica una riga a politiche specifiche di convergenza; il Sud resta il grande dimenticato. Occorre ascoltare il monito del Presidente Mattarella e tornare a confrontarsi con un’Europa, che ha mille problemi e limiti ma che oggi esprime critiche puntuali e ampiamente condivisibili. Soprattutto occorre comprendere l’esigenza di tornare a un dialogo costruttivo, responsabile, strutturato con il Sindacato, verso obiettivi strategici comuni che si chiamano occupazione, coesione, crescita, sostenibilità sociale. Su tutti questi temi la nostra proposta è sul tavolo. Il Governo non perda questa opportunità. E soprattutto non la faccia perdere al Paese.

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