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Chiusura del Cara di Foggia, sindacati: problema sociale e occupazionale - CislPuglia.it

Chiusura del Cara di Foggia, sindacati: problema sociale e occupazionale

“Se da un lato il Ministro Salvini sta creando consensi con la sua battaglia all’immigrazione selvaggia e irregolare, l’altro lato della medaglia dell’entrata in vigore del Decreto ‘Sicurezza’ sta causando problemi sociali, non solo legati allo svuotamento dei centri di accoglienza con il rischio di andare a rimpinguare le fila degli irregolari, ma soprattutto per quello che la chiusura dei CARA causerà a sua volta: l’aumento della disoccupazione in provincia di Foggia”. Lo dichiarano i Segretari di Fisascat Cisl, Sgobbo, Fp Cgil, Ricucci e La Vecchia e di Uiltucs Uil, Dota. “La chiusura dei CARA di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia potrebbe causare ricadute in termini di mancata occupazione sugli attuali 70 dipendenti delle aziende che detengono i servizi di assistenza, pulizia e refezione dei circa 200 ospiti del centro. Dal mese di ottobre ad oggi la vertenza legata al servizio di accoglienza, infatti, ha vissuto più bassi che alti, a partire dal nuovo appalto, iniziato il 5 di ottobre scorso, già di per se’ ‘rivoluzionario’ rispetto al passato, che ha visto perdite occupazionali non indifferenti. I sindacati in questi mesi hanno cercato, nel massimo rispetto delle regole e soprattutto dei contratti nazionali di lavoro di riferimento, di evitare licenziamenti e riduzioni orarie individuali ai lavoratori e lavoratrici che hanno assunto, in questi anni di lavoro, professionalità e competenze che consentono il mantenimento di un servizio quanto mai importante e strategico per il territorio, spesso in carenti situazioni di sicurezza e benessere, a contatto con gli ultimi e spesso anche con donne e minori. Il problema più grande in questo momento è sicuramente quello della grande incertezza per il prossimo futuro. C'è bisogno di un'assunzione di responsabilità di tutte le parti sociali coinvolte: Istituzioni, enti ed associazioni, perché le conseguenze del Decreto Sicurezza non possono riguardare esclusivamente i Sindacati per la parte dei lavoratori e le forze dell'ordine per la regolarità degli immigrati. Le Fisascat Cisl, Fp Cgil e Uiltucs Uil stanno affrontando una vertenza con le aziende coinvolte che sembra non possa avere un esito positivo - continuano Sgobbo, Dota, La Vecchia e Ricucci - In primis perchè, ad oggi, le aziende detentrici del servizio non stanno mantenendo gli accordi sottoscritti il 15 novembre scorso presso la Prefettura, Prefettura che in questo momento è Committente del servizio di accoglienza ma è anche arbitro della procedura di raffreddamento in essere a seguito della dichiarazione di stato di agitazione dei sindacati, ma anche a causa della costante perdita degli utenti del centro di accoglienza per l'effetto del Decreto Sicurezza. Il Decreto Sicurezza provocherebbe, per paradosso l’insicurezza per i cittadini del capoluogo e per gli ospiti stessi, che sarebbero a breve espulsi dal centro, ed insicurezza per i 70 lavoratori del CARA di Borgo Mezzanone che perderebbero il posto di lavoro con conseguenti ricadute su un già martoriato territorio. Pertanto, le organizzazioni sindacali stanno programmando una serie di iniziative, anche ad evidenza pubblica, perché gli scenari che si prospettano sono molto particolari e preoccupanti, per la sicurezza e per l'occupazione, per le persone e per il lavoro.
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