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Cisl: opere strategiche e lotta alla disoccupazione siano priorità nel 2023 in Puglia - CislPuglia.it

Cisl: opere strategiche e lotta alla disoccupazione siano priorità nel 2023 in Puglia

Il Segretario Antonio Castellucci dalle colonne della Gazzetta chiede più confronto con le parti sociali

[Cisl Puglia]

Sottolineare che nel Paese, così come in Puglia, siamo in un periodo difficile, complesso e apparentemente anche contraddittorio, tra dati statistici e proiezioni quotidiane di autorevoli uffici studi, è ormai una sorta di preambolo obbligato, non cogliendo però in tante occasioni le forti criticità che realmente sussistono in ogni territorio, dalla sanità, al lavoro precario, al lavoro che non c’è, alle diverse fragilità economiche e sociali di tanti anziani, persone sole, che oggi fanno fatica ad arrivare dignitosamente a fine mese. Fare previsioni per quello che potrà riservare il 2023 è anche più difficile del solito; si pensi ad un esempio su tutti, il costo del gas, che tanto sta incidendo sui bilanci di famiglie e imprese; nel frattempo, grazie anche all’accordo UE sul Price gas siamo tendenzialmente tornati ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina, dopo le ‘montagne russe’, che hanno visto nei mesi scorsi incrementi stellari e insostenibili. Calo del costo attuale del gas non vuol dire che la stabilizzazione dei prezzi è garantita, molto infatti è dipeso dal calo dei bassi consumi a fronte di temperature climatiche decisamente più elevate rispetto alle medie del periodo. Stessa incertezza, e forse contraddizione generale, è il giudizio sull’intero anno 2022 che non è assolutamente facile, perché i problemi ci sono tutti, al di là dei dati statistici; e senza voler dare numeri a consuntivo peraltro ancora incompleti. Di fatto però possiamo affermare che, nonostante tutto, c’è stata una crescita del Pil, anche a fronte di un aumento dei prezzi e della stessa inflazione che a due cifre non si vedeva dal luglio del 1984 (+10,5%), ricordando peraltro che il massimo storico dell’inflazione italiana si era toccato a novembre del 1974 (26,2%). Oggi l’indice dei prezzi al consumo viaggia ben oltre il 10% con ricadute pesanti sui bilanci delle famiglie come sui conti dello Stato a fronte di un debito pubblico che ha raggiunto oltre 2.770 miliardi di euro. La Puglia non fa eccezione all’andamento nazionale dopo i mesi più difficili della pandemia, nel 2021 il Pil è cresciuto di 6,6 punti e lo stesso reddito delle famiglie ha fatto segnare un +4,6%. Nel 2022 seppur aumentato il tasso di occupazione, in Puglia rimaniamo ben al di sotto della media nazionale. Rimane e riscontriamo comunque un problema di qualità, di sicurezza e di stabilità dell’occupazione su cui intervenire. E’ in questo contesto che dobbiamo guardare al 2023, anche in Puglia, a creare sviluppo e il lavoro “prima di tutto”, ecco perché tentare previsioni anche solo accennate è quanto meno azzardato, per dirla come riporta Banca d’Italia si prospettano un rallentamento delle vendite nel prossimo semestre e un calo degli investimenti nel 2023, nonostante la spinta attesa dagli incentivi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che nel frattempo sono stati raggiunti i 55 obiettivi entro dicembre e su cui chiediamo alla Regione Puglia che si riattivi strutturalmente il tavolo regionale. Non possiamo prescindere dal definire almeno una rotta di speranza e ottimismo, per dirla con Seneca “non esiste rotta favorevole per il marinaio che non sa dove andare” e questo significa per la Puglia che non si tratta solo di affrontare le emergenze che sono tante e complesse a cominciare dall’energia, dalla sostenibilità ambientale, dal turismo, dal terzo settore, dalle politiche attive, da infrastrutture, dalla siderurgia, quanto essere convinti anche delle necessità di una ripresa industriale imprescindibile per qualsiasi altra ipotesi di sviluppo strategico in particolare di tutto il manifatturiero. Senza uno sviluppo infrastrutturale, dei trasporti e industriale con i loro tessuti produttivi e di servizi, la stessa tenuta di settori trainanti per la Puglia, per esempio agroalimentare e turismo risultano essere molto più fragili. Affrontare le problematiche pugliesi significherà anche discutere, da parte della Regione Puglia con le parti sociali la prossima legge di bilancio regionale con metodo e con tempi appropriati; così come auspichiamo politiche regionali mirate ed efficaci concertate e condivise strategicamente sempre con le parti sociali per recuperare il forte calo demografico registrato tra il 2012 e il 2021 di oltre 116 mila residenti con una flessione di quasi il 3%. Calo in particolare per le fasce di età tra zero e ventiquattr’anni, mentre cresce la fascia dei sessantacinque anni e oltre; tutto ciò frutto della denatalità e della emigrazione territoriale perché probabilmente abbiamo perso attrattività per i giovani che studiano e che sono in cerca di lavoro, in un preoccupante invecchiamento complessivo del tessuto sociale che determina di fatto un impoverimento anche economico. Determinanti per il 2023 per la crescita economica e sociale potranno e dovranno essere anche l’accelerazione di tre opere strategiche per la viabilità pugliese, finanziate qualche giorno fa dal Cipess: tangenziale ovest di Foggia (la statale 673), completamento del terzo lotto bradanico-salentino, nel tratto tra la Taranto-Grottaglie e Manduria, Statale 16 nel tratto tra San Severo e Foggia. Come inoltre non si può prescindere da una Pubblica Amministrazione efficiente e dalla concretizzazione delle Zes, dei Cis, della realizzazione dei progetti connessi al Pnrr e in genere dei fondi comunitari che nel 2023, per la Cisl regionale, dovranno tramutarsi necessariamente in Puglia, oltre che a speranza, principalmente in cantieri e in lavoro stabile e sicuro divenendo una leva di ripresa e di sviluppo senza la quale c’è solo crisi e decrescita tutt’altro che felice.

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